LECTIO ASCENSIONE - PARROCCHIATRASFIGURAZIONE

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LECTIO ASCENSIONE

SPAZIO ALLA PAROLA

LECTIO DIVINA   Mt. 28, 16-20
SOLENNITA’ DELL’ASCENSIONE DEL SIGNORE


All’alba del primo giorno della settimana un angelo, apparso alle donne che erano andate alla tomba di Gesù,  dice di portare ai discepoli l’annuncio che Gesù è  risorto e che andassero in Galilea e là lo vedranno. Mentre le donne si recavano dai discepoli, Gesù stesso  si fa incontro ad esse. Lo abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù dice "Non temete: andate ad annunciare ai miei discepoli che vadano in Galilea : là mi vedranno"
Il nostro brano ci porta proprio con gli undici in Galilea sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quale è il monte su cui i discepoli si sono diretti? Il termine "monte" non indica una locazione geografica, ma una realtà teologica. Il monte ricorre spesso, soprattutto nel Vangelo di Matteo, come riferimento di continuità culturale con il giudaismo. Mosè aveva ricevuto la legge sul monte Sinai; l’evangelista Matteo ci riporta il discorso, fondamento dell’insegnamento di Gesù nel superare la vecchia legge, sul monte (cap. 5,6 e 7). Sul monte abbiamo la manifestazione di Dio a Mosè e anche Gesù si trasfigura sul monte.
 Quando Gesù si fa presente i discepoli si prostrano in adorazione. L’adorazione dei discepoli sottolinea la identità tra il Gesù di Nazaret, che i discepoli avevano conosciuto, e il Risorto. Questo dimostra la continuità tra il Gesù storico e il Gesù glorioso.  Subito dopo l’evangelista ci dice che "essi dubitarono" . Il dubbio dimostra che la testimonianza delle donne non è stata molto convincente sulla risurrezione.
 Il Maestro risveglia nei discepoli la sequela e li consolida nel loro impegno con  questo brano che è l’ultimo breve discorso di Gesù. Contiene tre momenti distinti ma consequenziali:
1) l’autorità di Gesù, 2) il compito dei discepoli  3) la perenne presenza di Gesù nell’opera della Chiesa.

"A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra" Questo potere, "autorità", richiama la confessione di Pietro dopo la domanda "chi sono io per voi?" in un altro brano (Mt. 16,16).  Pietro afferma con grande coraggio "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". Nello stesso tempo Gesù afferma "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa"  "A te darò le chiavi del Regno dei cieli".  Un uomo, pescatore e senza cultura, riesce ad entrare nella vera identità di Gesù attraverso la sua apertura alla voce dello Spirito del Padre. Tale apertura è garanzia per fortificare gli altri nell’insegnamento del Cristo, che culmina nell’annuncio della costruzione della Chiesa costruita dallo stesso Gesù. Il ministero dell’annuncio del Regno da parte Cristo continua con la Chiesa che si radica sull’autorità del Risorto. La  formula "le  chiavi del regno dei cieli" date a Pietro è l’agire della Chiesa/Comunità nella storia con l’apertura alla dimensione della gloria alla fine dei tempi.
"Andate e fate discepoli tutti i popoli"  Il compito dei discepoli è quello di fare degli uomini dei seguaci di Cristo. La sequela è sempre una vocazione, una chiamati del Maestro. La Chiesa è la continuazione di Cristo, suo corpo rimasto sulla terra, e il Signore si serve delle parole della Chiesa e dei suoi gesti per continuare a far sentire la sua voce. Attraverso la chiesa incontra gli uomini che non ha potuto incontrare nella sua esperienza terrena. La sequela nella vita concreta per diventare discepoli di Gesù è il battesimo e l’annuncio del Vangelo custodito e vissuto dentro di sé.
"Ed ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo"  Gesù rassicura i discepoli e quelli che accoglieranno la Parola annunciata dalla Chiesa, che la sua presenza è indefettibile. La sua dimensione spazio-temporale è data dalla formula "tutti i giorni". "Io e voi" è il binomio che rassicura la Chiesa in tutto il suo pellegrinaggio sulla terra. Questa presenza è stata assicurata sia nella profezia di Isaia che di Matteo (1,23) "ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio: gli sarà dato il nome di  Emmanuele, che significa "Dio con noi". La presenza di Jhawéh in mezzo agli israeliti è sostituita da quella di Gesù, che guiderà la comunità e i singoli fino alla fine del mondo. Il compito di evangelizzare il mondo è davvero complesso, ma Lui c’è. In tutto ciò che la Chiesa compie, l’annuncio del Vangelo, l’amministrazione dei sacramenti, essa continua l’opera di Cristo.   


 
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